Tralascio il fatto che le polizze Eurovita siano state vendute in larga parte proprio da quel sistema bancario che oggi le utilizza per terrorizzare i risparmiatori, ma mettendo da parte polemiche e illazioni che lasciamo a chi non ha argomenti migliori, la vicenda ci dà l’occasione per qualche considerazione e qualche ragionamento sugli investimenti in polizze vita.
Ma che é successo ad Eurovita?
E’ accaduto che L’aumento dei tassi d’interesse ha provocato minusvalenze nei titoli di Stato in pancia alla compagnia a cui si sono aggiunti i risparmiatori che, proprio come avvenuto per la Silicon Valley Bank, fiutato il rischio, hanno iniziato a inviare a richieste di rimborsi anticipati delle polizze, un mix esplosivo che ha costretto Ivass (l’istituto che vigila sulle compagnie di assicurazione) ad avviare, a febbraio, la gestione provvisoria della compagnia.
Ed ecco la Prima questione su cui riflettere ovvero i controlli: l’istituto di vigilanza sulle assicurazioni private ha posto in atto immediatamente un blocco dei riscatti temporaneo (ovvero i clienti non possono ritirare i loro soldi) proprio per evitare che la situazione degenerasse per colpa della speculazione, in quali altri strumenti esiste un controllo così preciso e puntuale?
Seconda questione quali garanzie hanno a questo punto i risparmiatori ? Ebbene Nel malaugurato caso che Eurovita finissse in liquidazione dopo aver stabilito un attivo e un passivo, i sottoscrittori di polizze verranno iscritti a quest’ultimo per il soddisfacimento degli asset. A ciò si deve aggiungere e precisare che Per “attivi” si possono intendere gli importi accantonati a copertura delle polizze vita ed il codice delle assicurazioni private stabilisce che si rimborsa — in via prioritaria rispetto agli altri titolari di crediti sorti anteriormente al provvedimento di liquidazione — chi ha diritto a capitali o indennizzi, i titolari di crediti derivanti da operazioni di capitalizzazione, chi ha diritto alle somme dovute per riscatti, chi ha contratti in corso stipulati entro il sessantesimo giorno successivo alla data di liquidazione insomma considerando che la maggior parte degli investimenti è in titoli di stato non ci sono grossi motivi di preoccupazione.
Quindi che fare? Beh, c’è poco da fare anche perché soprattutto per chi ha le Ramo I mi sento di dare un messaggio di tranquillità, anche se ovviamente con un minimo beneficio di Inventario
Insomma concludendo, e checché ne dicano i bancari non esiste ancora sul mercato un investimento sicuro come una polizza e rivolgendosi ad un esperto professionista anziché ad un improvvisato operatore bancario si può avere la tranquillità di programmare il proprio futuro con una buona dose di tranquillità
Nicola Grandi